giovedì 8 marzo 2012

La pala di Castelfranco

Uno dei capolavori del Giorgione è sicuramente la Pala  presente nel Duomo di Castelfranco, ritenuta una delle prime opere dell’iter pittorico dell’enigmatico pittore trevigiano.5-Pala di Castelfranco (1503)

La pala d’altare (nel classico schema belliniano) vede raffigurati: in centro laMadonna con il Bambino, seduta su di un alto trono; alla nostra destra vediamoSan Francesco con il consueto saio francescano e a sinistra un santo militare con stendardo. Chi è quest’ultimo?  Secondo una teoria antica quella figura rappresenterebbe Liberale, patrono della Marca Trevigiana nonchè co-titolare del Duomo di Castelfranco; un filone , poco praticato dalla critica, è che quel santo possa essere il celebre Giorgio uccisore del drago. Ma gli studi storico-artistici più recenti porterebbe ad identificare quella figura di santo militare con Nicasio. Quest’ultimo era appartenuto all’ordine dei cavalieri di Malta, detti anche gerosolimitani (fatto che giustificherebbe lo stendardo crociato che viene sventolato dal santo) e fu martirizzato nel 1187. Egli assieme a San Francesco fu molto venerato nel Sud Italia, in particolar modo a Messina. Per spiegare la presenza di questo santo sconosciuto ai più, dobbiamo indagare su chi fossero i Costanzo, committenti della Pala e proprietari della cappella dove, ancor oggi è situata l’’opera. Tale famiglia era di origine messinese e si era trasferita a Castelfranco nel 1475 dove acquistò una casa entro le mura e successivamente anche la cappella nel Duomo. Il capofamiglia, Tuzio Costanzo era di nobile famiglia; infatti il padre Muzio era stato vicerè di Cipro al servizio della Regina Caterina Cornaro presso la cui corte crebbe anche Tuzio che divenne in età matura cavaliere di Malta.6-Tomba Matteo Costanzo Egli fu poi condottiero della Repubblica di Venezia, assicurando a suo figlio Matteo, anch’egli cavaliere di Malta, un futuro nel campo militare al soldo della Serenissima. Matteo, data la figura di rilievo ricoperta dal padre nell’esercito veneto, ebbe, fino dalla giovane età, incarichi militari. A 23 anni partecipò alla Battaglia del Casentino (Toscana) ma, ammalatosi si ritirò a Ravenna dove, nell’estate del 1503, trovò la morte per una febbre improvvisa, tra le braccia del padre Tuzio che volle rendere omaggio al figlio con la pala del Giorgione (la datazione della pala si aggirerebbe tra il 1503-04 subito dopo la morte di Matteo)

La committenza della famiglia Costanzo è resa evidente dallo stemma collocato ai piedi del Trono della Madonna nel dipinto. E, grazie a questo breve inciso storico, si può dare la spiegazione della presenza di Nicasio, santo dell’ordine dei cavalieri di Malta come Matteo e Tuzio, abbinato a San Francesco al quale si associava nel culto a Messina, città natale della famiglia.  Il corpo di Matteo venne sepolto nella cappella di Famiglia, non ai piedi dell’altare come si vede oggi, ma sulla parete laterale dove venne 9-Pala di Castelfranco Particolarecollocata la lastra sepolcrale (accompagnata da un’epigrafe che elogia il defunto) in bassorilievo del condottieto Matteo Costanzo, vestito in armatura con la spada, affiancato dallo stemma della famiglia e da quello dei Verni (della famiglia della moglie Isabella). Si può pensare che tale ritratto scultoreo ( in cui si notano i capelli fluenti del soldato) dovesse associarsi al volto di Nicasio che doveva essere un ritratto del defunto Matteo.  Oggi lo sguardo stereotipato ci testimonia una damnatio memoriae nei confronti della famiglia Costanzo che portò, già nel’600, a sfregiare la pala del Giorgione. Per terminare l’analisi dell’opera bisogna notare due particolari nello sfondo: alla nostra destra vediamo due figure di guerrieri in riposo dopo una battaglia e a sinistra una torre danneggiata; entrambe sono allusione alla guerra e al dolore del padre Tuzio che ha perso il figlio Matteo. La composizione attuale della Cappella Costanzo non ci testimonia l’originale aspetto del locale voluto dai nobili castellani ( infatti nel ‘700 avvenne un radicale restauro del Duomo ad opera di F.M. Preti) : la volta della “stanza” era affrescata (forse dallo stesso Giorgione?) con scene del Cristo Pantocratore benedicente al centro e a lato i quattro evangelisti.

Nessun commento:

Posta un commento